Caratteristiche organolettiche del vino
Impariamo a riconoscerle

Casale Daviddi

Le caratteristiche organolettiche di un vino sono quelle particolari caratteristiche percepite dai nostri sensi e si riferiscono in particolare ai sapori, ai colori e ai profumi che possiamo osservare in un vino.

Per imparare a percepirle al meglio dobbiamo ovviamente affinare i nostri sensi e fare molta pratica degustando i vini più disparati. Per prima cosa dunque dovremmo imparare a conoscere le varie fasi della degustazione oltre ai termini che serviranno per definire le caratteristiche del vino che stiamo assaggiando.

Fasi di una degustazione



fasi degustazione

Quando ci prepariamo a degustare un bicchiere di vino dobbiamo sempre ricordare di seguire varie fasi che ci porteranno a eseguire:

  1. Un’analisi visiva

  2. Un’analisi olfattiva

  3. Un’analisi gustativa


Analisi visiva


Nella prima fase di una degustazione andiamo ad osservare con i nostri occhi il vino che stiamo per bere. Vi consigliamo di farlo in un ambiente neutro e di iniziare con la luce naturale. Dall’analisi visiva si possono trarre molte conclusioni. Ad esempio dal colore si può capire quasi subito l’età del vino mentre, osservando gli archetti che si formano ruotando il bicchiere, possiamo conoscere la maggiore o minore gradazione alcolica.

Possiamo poi percepire la sua limpidezza, la trasparenza e la consistenza (quest’ultima caratteristiche viene valutata per tutti i vini tranne che per gli spumanti).

Analisi Olfattiva


Una volta che abbiamo osservato il nostro vino, portiamo il bicchiere al naso e annusiamolo tenendo il calice fermo e inclinato. Inspirando lentamente e profondamente possiamo subito percepire le note principali del bouquet: agrumate, fruttate o floreali ad esempio. Si procede ad individuare poi i profumi primari, secondari e terziari.

analisi olfattiva

Possiamo percepire profumi primari che derivano direttamente dai tipi di uva utilizzati. Fra i profumi primari possiamo ad esempio distinguere timo, origano, resine nobili come il pino o il ginepro.

I profumi secondari vengono invece suddivisi in:

  • Vinoso: caratterizzano i vini più giovani e ricordano il profumo del mosto e della vinaccia;

  • Floreale: ricordano i profumi di fiori come il gelsomino, la rosa o la violetta;

  • Fruttato: ricordano i profumi della frutta come la fragola, i frutti rossi, la pesca o l’albicocca;

  • Fragrante: sono fragranti solitamente i vini fermentati sui lieviti come gli spumanti

  • Erbaceo: ricordano i profumi di erba appena tagliata o di muschio.


I profumi terziari possono invece essere:

  • Speziato: profumi di spezie che solitamente si ritrovano nei vini invecchiati (soprattutto se in bottiglia)

  • Legnoso: ricordano i profumi del legno della botte

  • Tostato: è un tipico aroma affumicato di caffè o di cacao

  • Etereo: ricorda la ceralacca

  • Ampio: si percepisce soprattutto in vini invecchiati e può essere un profumo di lievito, formaggio, tabacco o birra


Analisi Gustativa


Si procede a questo punto all’analisi gustativa ovvero l’assaggio. Le papille gustative presenti sulla nostra lingua ci permettono di distinguere 4 sapori fondamentali ovvero: l’acido, il salato, l’amaro e il dolce.
In base a questa analisi si procede a suddividere i vini su cinque parametri:

  • La durezza: un vino può essere tannico, acido o sapido

  • La morbidezza: in base alla percezione che abbiamo dello zucchero e dell’alcool

  • Il corpo: ovvero la struttura del vino

  • La persistenza: maggiore o minore in base al tempo che i sapori persistono in bocca dopo la deglutizione

  • La qualità: il giudizio con il quale si riassume i parametri precedenti


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