Vino Frizzante
Ecco come viene prodotto

Casale Daviddi

Il vino frizzante è una produzione tradizionale di alcuni territori del nostro Paese, dove si affianca ai più blasonati e noti vini rossi e bianchi fermi, ovvero senza bollicine.

Le due tipologie di vino si differenziano per la presenza di anidride carbonica: nei vini fermi l’anidride carbonica si dissolve completamente durante la fermentazione, mentre nei vini frizzanti questo non avviene.
Attenzione, però: i vini frizzanti non sono da confondere con i vini spumanti, che vengono prodotti con un procedimento di vinificazione differente, anzi, con due possibili metodi diversi, il metodo Charmant e il metodo Classico.

Per legge, poi, le due tipologie di vino si distinguono anche per la diversa sovrappressione finale che, nei vini spumanti metodo classico o Charmant è, solitamente, intorno a 5-6 atmosfere – per legge non deve essere inferiore alle 3,5 atmosfere – mentre nei vini frizzanti è più bassa, da 1 fino ad un massimo di 2,5 atmosfere.
Il metodo di produzione e la pressione fanno sì che la spuma di un vino frizzante sia molto più evanescente e la frizzantezza più leggera rispetto a quella degli spumanti.
In conclusione, possiamo dire che il vino frizzante, con il suo grado alcolico contenuto e la sua frizzantezza leggera e piacevole è un vino di facile beva, perfetto per gli aperitivi o per i pasti leggeri.

Conosciamo i vini frizzanti


Quali sono i vini frizzanti?


In Italia il vino frizzante, sia bianco che rosso, viene prodotto in più zone, perlopiù al Nord. I più famosi sono: il Pignoletto, il Gutturnio, il Lambrusco, la Bonarda dell’Oltrepò Pavese, il Prosecco, il Brachetto d’Acqui.

Come si produce il vino frizzante?


Dobbiamo fare una debita premessa: in commercio si trovano due tipi di vini frizzanti, quelli naturali e quelli artificiali. Per produrre questi ultimi viene semplicemente aggiunta anidride carbonica al prodotto finito del processo di vinificazione. Per i vini frizzanti naturali, invece, si parla di metodi di produzione specifici, alla cui base troviamo il processo di rifermentazione, ovvero la ripetizione del processo fermentativo con un quantitativo di zucchero tale da ottenere una pressione tra 1 e 2,5 atmosfere, all’interno di una vasca, per evitare la dispersione dell’anidride carbonica.

Qui parleremo solo di questo tipo di vini frizzanti, per la cui produzione si seguono due possibili metodologie: il metodo della rifermentazione in autoclave o il metodo ancestrale.

Il metodo di rifermentazione in autoclave è il cosiddetto metodo Charmant, che viene utilizzato anche per la produzione di vini spumanti. Durante questo processo il vino viene fatto rifermentare in autoclave.
Il metodo ancestrale è il metodo di vinificazione per vini frizzanti più antico, “riscoperto” e molto apprezzato in questi ultimi anni. Sono, infatti, molti i produttori che si stanno dedicando alla creazione di vini con questo metodo storico, che pare premiarli visti i buoni successi sul mercato. In questo caso, il vino frizzante si ottiene per rifermentazione in bottiglia senza sboccatura.




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